A volte penso: quanto sarebbe bello sganciarmi da me stessa per un po’. Solo per un po’. Così, tanto per fare quello che solitamente non riesco a mettere in atto. Per essere irriverente, scorbutica, sgarbata, acida, antipatica, noiosa, silenziosa, musona e puzzona, alternativamente instabile, goliardicamente egoista, presuntuosa, sadica e fortemente arrivista.
Chissà che effetto farebbe. Chissà se mi piacerebbe.
A volte penso: quanto sarebbe bello fregarmene delle conseguenze e smettere di fare sempre la cosa giusta per iniziare a collezionare una serie di scelte sbagliate. Ma sbagliate davvero.
Che magari, con il senno di poi, si rivelerebbero giuste. Perché quelle giuste son sempre sbagliate e allora mi sono detta: ma che strazio fare sempre la cosa migliore, la cosa saggia, dare il consiglio spassionato, fare attenzione a non ferire, a non turbare, a non offendere e a non mortificare. Che palle. Sì, davvero. E poi (sempre, lui, quello famoso, il senno…) mi ritrovo con un porcospino al posto del cuore, un’autostrada appena asfaltata in una calda giornata d’estate come lingua e il monte Rushmore al posto del cervello – il che implica anche un forte disturbo della personalità. Ci metto attenzione nel non rompere niente, nel mettere un piede davanti all’altro senza fracassare le uova (eufemisticamente parlando) di chi mi passa vicino: no no io sto nel mio, non rompo e non schiaccio, al limite mi faccio piallare dagli altri, ma io no, siete matti? Se mi spiaccicano, il modo per ricompormi in una forma 3D col tempo la ritrovo (anche se da un po’ di mesi ho più o meno lo spessore di una sottiletta), ma se sono io a ferire di spada, poi mi auto-perisco.
Io sono tutta peace&love, il senso di colpa mi divorerebbe. No, davvero, non scherziamo.
A volte penso: quanto sarebbe bello essere stronza. No, forse proprio stronza no, magari un po’ più scaltra. Ecco, scaltra mi piace. Che poi è un modo elegante di fare la stronza: che ci volete fare, la classe nella vita ci vuole. Azione e zero reazione. Sarebbe fantastico. Decido cosa voglio, agisco per averla e quel che succede succede. Mi sento bene solo al pensiero. Niente paturnie, no ansia, no panico, niente bruciori nello stomaco, assenza totale di sudorazione e stritolamento delle mani, niente insonnia, niente arrovellamenti e domande del tipo “Avrò fatto bene? Avrò fatto male? E se invece di così avessi fatto colà? Ma se poi non funziona?”.
E però basta pure con questo peace&love, basta con questo pensare un po’ perbenista, civile, educato, profondo e rispettoso. Corretta, gentile, sorridente e positiva. Comprensiva al limite dell’umano manco fossi Santa Maria Goretti, non rinfaccio, non ripudio, non stresso.
Quanto ci scommettete che tutti quei maschietti psico-indecisi, quelli che molto gentilmente si sono preoccupati di schiacciarmi l’anima a suon di barbatrucchi per poi girare i tacchi e andarsene senza nemmeno uno straccio di ripensamento dopo avermi spremuto bene come un limone, comincerebbero a farsi schiacciare da me? Volete vedere che se alla prima mossa barbatruccosa gli appioppo un bel “Guarda caro, vedo che ancora hai da capire le tue priorità. Ecco, questo è un block-notes e questa è una matita: scrivici i tuoi pensierini della buonanotte, fai un po’ di ordine nella tua vita da quasi quarantenne e quando hai cominciato a capire che l’uomo sei tu e la donna sono io, fammi uno squillo. Nel frattempo ciao”… sono sicura che correrebbero subito da uno psicoanalista per accettare di essere un po’ il Jack Nicholson di Shining e forse comincerebbero a curarsi, oppure se ne andrebbero definitivamente dalla mia vita, senza strizzarmi fino al midollo e senza accoltellarmi l’anima.
A volte penso: quanto sarebbe bello avere un sogno, un obiettivo e puntare dritta alla meta, senza mai voltarmi indietro, senza indecisioni, senza dubbi, senza paura di ciò che sarà e di ciò che non sarà. Così, lanciata come un proiettile, come un sasso scagliato dalla fionda, come una freccia scoccata dall’arco. Dritta, impetuosa e imperiosa. Certa e sicura. Quello che verrà dopo non sarà niente di grave perché, in ogni caso, sarà il risultato di un tentativo. E tentare è sempre meglio che rinunciare. A quante cose ho rinunciato. A quanti sogni ho detto addio. A quante speranze, ogni giorno, chiudo la valigia per lasciarle partire. E i giorni hanno la pessima abitudine di raggrupparsi per formare le settimane che, birbantelle, si trasformano in mesi, i quali, maledetti, decidono di associarsi per diventare anni. Che scorrono, corrodono e logorano.
A volte penso: quanto sarebbe bello stare dall’altra parte della barricata, essere tra quelli che vogliono e ottengono, nemmeno sognano, semplicemente progettano e realizzano, pianificano e concretizzano, senza zavorre di coscienza, scrupoli, rimorsi.
A volte penso che non sono così. Che gli anni passano e, malgrado l’anima sia stata scartavetrata più volte, nonostante le delusioni e gli acciacchi emotivi, sebbene la corazza difensiva mi incapsuli e io non sono in gamba a pilotarla quanto Tetsuya col suo Grande Mazinga, io sono così.
E a volte penso… che forse, e sottolineo forse, il bello sta proprio nell’essere autenticamente me.
Arianna
0 pensieri su “QUANTO SAREBBE BELLO…”
Ho letto tutto l’articolo con profondo interesse..mi ci sono rispecchiata sai..e alla fine sai cosa ne ho dedotto???la tua stessa conclusione..identica e precisa..forse quelle ansie, quelle sensazioni, i nostri sensi di colpa ci rendono ciò che siamo, semplicemente e meravigliosamente noi..a volte essere un pò stronze non guasterebbe, a volte i sensi di colpa non dovrebbero esserci, ma sono sicura anche che non sarebbe la nostra personalità, ciò che in realtà noi siamo..e forse piacciamo anche per questo…un abbraccio da una lettrice appassionata..
Grazie Giulia. Mi fa piacere sapere che non sono la sola a provare certe sensazioni. Oggi sembra che essere persone autentiche sia fuori moda o comunque svilente, siamo bombardati da una vita che va ad una velocità supersonica e avere dei dubbi, dei ripensamenti, degli scrupoli pare sia solo una perdita di tempo. A me, invece, piace agire (e vivere) pensando anche a non far male ai miei “vicini” di vita ed è ancora più bello se leggo parole come le tue. Un grande abbraccio anche a te!
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