Premo il tasto play. Partono le prime note. Mi fermo, ascolto. Da prima è calmo, tranquillo. Le strofe mi avvolgono, la melodia mi rapisce. Poi, come nel classico del loro stile, tutto cambia ed arriva il crescendo. Eccola. È un’onda che sale da sotto la scogliera e spinge verso l’alto. Il suo salire però è lento, come a rallentatore, e sento l’emozione che preme sul mio petto, spinge. Mi sento soffocare. Mi manca il respiro, ho come un peso sul petto, ma non ho paura, non sono spaventata. L’emozione continua a spingere sempre di più, sale, cresce, fino ad arrivare alla cima dove la pressione si libera nell’aria e l’onda esplode.
Anche il mio petto si espande in un grido le cui parole fanno parte di uno dei più bei ritornelli. Canto con tutto il fiato accumulato, ma non basta. Non raggiungo mai la piena soddisfazione e allora premo il tasto stop e ricomincio. Le note suonano di nuovo. Come prima partono calme fine ad arrivare al crescendo. Allora prendo ancora più fiato e comprimo come una seconda onda sulla scogliera all’intensificarsi della tempesta. Aspetto e comprimo. Ed ecco che esplodo al ritornello e inizio a muovermi, a ballare. Il mio ballo non ha senso, ma non mi importa, non mi vede nessuno. Ormai il ritmo è entrato nelle vene. Il mio corpo non risponde. Sento ogni strumento, ogni aggiunta, ogni variazione di tema. Sono completamente immersa nella musica. Alzo il volume perché la sua voce mi fa fremere, tremare. Alzo ancora, voglio che mi entri nella testa, in ogni mia cellula cerebrale. Non importa quanto stia soffrendo per amore, lavoro, o che altro. Ora sono dentro la loro musica e sono al sicuro. Niente mi può toccare.
Lightning Bolt – PEARL JAM
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