Blank. Ecco cosa vedo davanti a me: un foglio vuoto e questo cursore che non la smette di lampeggiare, affetto da un irrefrenabile bisogno di pulsare ininterrottamente. Lo fisso. Lo guardo in cagnesco. Niente, non si spaventa. Lo minaccio tentando di buttar giù qualche frase, ma appena mi interrompo lui eccolo che ricomincia. Rileggo quello che ho scritto… spazzatura da cancellare con un dito premuto su Canc, senza dubbio. Avanti, mi dico, scrivi qualcosa, scrivi questo post, sono giorni che non tiri giù niente di decente. Ma che accidenti mi prende? Ecco che lui ricomincia… tic… tic… tic… non ha un briciolo di pietà, acceso spento, acceso spento. Che nervoso. E la mia testa è vuota. Blank. Acceso spento, acceso spento. Blank.
Ma chi voglio prendere in giro? Lo so benissimo cosa ho. Sono arrabbiata. Nera. Putrida.
Io, quella sempre gentile, buffa, che fa ridere, quella che trova il modo per sdrammatizzare, per infondere coraggio a chi ha il morale sotto i piedi. Io, il giullare di corte, il clown, quella che sa ascoltare, quella che si rialza sempre, anche se è appena stata sdraiata da un bastimento carico carico di… io, donna versione tascabile, forever young (come la canzone degli Alphaville, benedetti siano gli anni ’80, musicalmente parlando), troppo piccola per spostare gli ostacoli che la vita mi mette tra i piedi e che decido di demolirli a suon di testate, rimettendoci corna e tempo. Io che mi impegno a riciclarmi ogni giorno come se fossi il cestino dell’organico da portar giù il lunedì mattina, che non mi rassegno all’idea che il cinismo sia il nuovo movimento culturale di questo secolo, che anche quando ho la peste bubbonica nel cuore non riesco a reprimere un sorriso se penso a quanto sia grottesca la vita. Ecco. Io, quella lì, quella speciale – dicono – ma che sembra tanto speciale non sia, mi sono stramaledettamente rotta.
Cosa? Via, non siate pigri. Lo sapete benissimo. Conoscete la sensazione. Non sarò mica la prima che si sente un grumo nel petto pronto ad esplodere. Ma poi perché direte voi. Eh perché… perché… Non fatemi riflettere troppo che poi mi blocco. Ecco… appunto… Acceso spento. Acceso spento. Blank.
Qualcosa ve lo accenno.
E’ che sono innamorata. Il fattaccio sembra banale, me ne rendo conto, ma vi pregherei di non saltare alle famose conclusioni affrettate e generalizzanti (siete nel blog sbagliato, vi avverto). La storia, se vogliamo, è come tante. Due si incontrano, si piacciono, si frequentano. Si mollano.
Perché?
Perché lui ha un blocco affettivo, diciamo una sorta di stitichezza sentimentale, mentre lei soffre di panico da insicurezza congenita. Non vi sto chiedendo un giudizio e, poiché i poveri cristi che si sono avventurati a leggere fin quaggiù, cominceranno a far congetture di ogni genere (tipo lui è un bastardo, non gliene fregava niente, lei è una imbecille, la solita che non capisce quando un uomo bla bla bla…), non aggiungo troppi particolari sulla storia.
Ma allora perché scrivi un post?
Perché, si dà il caso che la lei in questione non si schioda dalla sua irreparabile convinzione: lui è LUI. Sì, avete capito. Mr. Big, The One, McDreamy, chiamatelo come volete. Quello che capita una volta nella vita, due se hai una fortuna sfacciata, quello con cui senti che varrebbe la pena passare il resto della tua esistenza, quello che non te lo levi più di dosso perché ti ha acceso qualcosa di bello dentro e ormai lui è te, in un certo senso. Quello che se ti sta vicino annienta il tempo, lo spazio diventa liquido, le forme si annebbiano, quello che si addormenta con te e ti tiene abbracciata respirando il tuo stesso respiro e i tuoi stessi sogni. Dio, vado sul patetico. Appunto. Sono schifosamente romantica, il che cozza in modo abbastanza drastico con la me che, quotidianamente, attraversa la vita a falcate. Il fattaccio, ripeto, sa di vecchiotto, rivisto, noto ai più. Allora smettete di leggere.
Ma perché sei arrabbiata?
Calma, ci stavo arrivando. Se non spiego un po’ l’antefatto, il resto non torna, no?
Ho saputo cose. Cose che ne spiegano altre. Non le ho cercate, mi sono capitate per caso. Anche se vorrei precisare che in questa storia non c’è proprio un tubo di casuale, anzi. Gli eventi si sono mossi, sin dall’inizio, con una precisione cronometrica (per chi avesse bisogno di una vaga idea di cosa sto parlando, pregasi leggere post MR. D). Evitare di cadere innamorata come una cozza lessa era impossibile. E io, imbecille, me lo sono negato fino a che non è stato troppo tardi, fino a che questa quercia, che dico, questa sequoia di amore mi era cresciuta dentro, ramificando, con una chioma folta, con radici profonde.
Lui stitico, io incontinente. Emotivamente. Una pasticca di Imodium per il mio cuore, un confetto Falqui per il suo, grazie. Ma le farmacie dell’amore erano chiuse.
MA PERCHÉ SEI ARRABBIATA???
Avete ragione, mi dilungo.
Forse poi vi farete una grassa risata.
Ebbene, sono arrabbiata perché voglio dirgli quello che provo e non ho il coraggio di farlo.
Tutto qui? TUTTO QUI??? CI HAI TENUTI QUI PER 5009 CARATTERI ED È TUTTO QUI???
Sì, scusate, mi arrovello per le cose semplici… però, a pensarci bene, voi che di là da quel monitor fate tanto i fighetti, pensate davvero che sia così facile? Vorrei sapere quanti lo hanno mai fatto e quanti avrebbero il coraggio di farlo. Non siamo in un film hollywoodiano dove alla fine l’amore trionfa sempre. La vita è più simile ad un cassonetto dove ci si può trovare un po’ di tutto, magari anche qualcosa di prezioso, ma bisogna saper cercare e non fare tanto gli schizzinosi. Io il tesoro l’ho trovato, il mio tessssoro, e non sono tanto propensa a rinunciarci.
Ma cosa ti cambia se gli dici quello che provi?
Niente, è ovvio. Ma che senso ha amare qualcuno se quel qualcuno non lo sa? Non pensate che l’amore, anche se non corrisposto, meriti di essere donato alla persona verso cui è rivolto? Manifestiamo apertamente l’antipatia, il disprezzo, il disgusto, l’odio che spesso si trasforma in violenza, ma ci vergogniamo a dire ad una persona che la amiamo. Siamo stupidi o cosa? Se non altro avremo dato a quella persona una bella consapevolezza: che in questo mondo così difficile, in questo cammino così tortuoso per tutti, un segno lo ha lasciato. Sapere che qualcuno che non sia un familiare o un amico, ma un estraneo, un tizio o una tizia che ha incrociato per un momento la strada della nostra esistenza sarebbe disposta a fare il resto del cammino insieme a noi, credo sia una bella sensazione. Sono sempre stata convinta che ognuno di noi esiste solo quando vive negli altri, quando è nei ricordi, nei pensieri, nel cuore, nell’anima degli altri. È ciò a renderci immortali. Speciali. Ed è questo che dà senso alla vita.
Ma torniamo a noi. Mi tremano le gambe solo al pensiero. Che faccio, vado lì e gli spiattello tutto come facevamo alle elementari quando sciorinavamo la poesia imparata a memoria durante il fine settimana o lascio fare all’improvvisazione? Prince aiutami tu mentre con Kiss mi fai ondeggiare come fossi posseduta. Acceso spento. Acceso spento.
Lui lo merita davvero? Sei così sicura?
Ora lo sono. Voi siete così certi di tutto per il resto della vostra vita? Le certezze io me le costruisco giorno per giorno… ricordatevi il bastimento carico carico di… Una certezza è: il mio nome, la mia altezza, il colore dei miei occhi, il nome dei miei genitori, di mia sorella, delle mie nipoti. Il loro amore. Tutto il resto può cambiare. Diffido dalle certezze eterne, mi danno un senso di stantio nonché di fittizio.
Insomma, smettetela di distrarmi. È tardi. Sono stanca. Voglio andare a letto che domani lavoro.
Come lo chiudo il post? Acceso spento. Blank.
Ci vorrebbe una frase ad effetto, di quelle che ti rimangono in testa per un po’, di quelle da postare su Facebook nella sezione “Aforismi”.
Se non vi sa di melassa – e non è colpa mia se ora in sottofondo va Starway to Heaven – e se non vi viene da vomitare, vi dico una cosa semplice: la prima volta che ho visto Mr. Big, la primissima volta in cui ci siamo guardati negli occhi, ci siamo parlati per qualche secondo, la prima volta che lui mi ha sfoderato il suo insuperabile supermagic smile, dalla pancia (non dalla testa, badate bene) è salita una frase, una piccola, banale frase “Ecco… è proprio così che dovrebbe essere”.
Nonostante tutto, malgrado lo sguardo di commiserazione che mi rivolgono le mie amiche e forse anche voi (beato chi ha la fortuna di avercelo accanto per sempre il suo o la sua Mr/Mrs Big), sebbene non sia stato facile, anche se so che è tutto un mio farneticare, me ne frego di quello che pensano gli altri e ascolto solo quello che sento: io questa certezza ce l’ho. Lui è il Mr. Big del mio ORA. Il futuro è tutto da scrivere. Per me, come per ognuno di voi.
Acceso spento. Acceso spento. Acceso spento… Blank. Vuoto, bianco, vergine. Da scrivere appunto.
Arianna
Grazie per il contributo a: Alphaville “Forever Young”, Prince “Kiss”, Europe “The Final Countdown”, Aretha Franklin “I Say a Little Pray”, Supertramp “Breakfast in America”, Led Zeppelin “Stairway to Heaven” e ancora The Who, Chris Cornell, Foo Fighers, Creedence Clearwater, Fiorella Mannoia, Johnny Cash, Pearl Jam, Bruce Springsteen, Janice Joplin, Neil Young senza i quali non riuscirei a scrivere nemmeno un biglietto di auguri.
0 pensieri su “IO & MR. BIG”
Leggere questo post, cara Arianna , ha smosso qualche cosa dentro di me, dentro la mia PANCIA. Noi amiche da poco, ma con un legame che sembra essere nato molto prima che ci incontrassimo. Io cinica e sentimentalmente stitica ieri ti ho espresso un pensiero su questa relazione guidata dalla mia “tentata aridità” sentimentale e dal mio cercare l’eterna razionalità negli affari di cuore. Bene rimangio tutto, rinnego ogni parola ed ogni tentativo di convincerti che Mr Big non esiste. Lui è Mr Big, è il tuo Big ed io amica acquisita ti dico vai, buttati, te che hai quel coraggio che io non ho, te che sei innamorata dell’amore e che ci credi. Se parli così, se è la tua Pancia a guidarti allora si, è lui, corri, vai, piccola, ma con una carica magnetica che sposterebbe una montagna per farti passare. Ti parla l’amica disillusa, quella che non vuole credere nell’amore, ma solo nelle amicizie e nella famiglia. Ma è inutile, l’amore c’è, è ovunque e chi lo fugge in realtà lo ricorre più degli altri. Te che ci hai sbattuto contro e lo hai riconosciuto e non gli hai voltato le spalle come molte di noi fanno trova la forza per trattenerlo. Noi “cinici” e “stitici” spesso abbiamo bisogno di persone armate di pazienza e buona volontà. Veniamo conquistate lentamente e con enormi difficoltà, ma sappi che il nostro amore vale più di tutti perché si costruisce con il tempo e con la fiducia. Ci vuole coraggio e un grande amor proprio per avere a che fare con noi che sembriamo distaccati ed assenti, ma che in realtà osserviamo tutto, consideriamo ogni azione o gesto e valutiamo se anche questa volta rischiamo di uscirne con il cuore spezzato ( perché tutti gli “stitici” prima di diventarlo si sono concessi talmente tanto da uscire fuori da quella relazione ( non obbligatoriamente amorosa) con una gamba o un braccio o addirittura la testa rotta) oppure se forse uno potrebbe tornare a credere nell’amore. Cara Arianna se davvero sei convinta delle tue parole ( e a leggere il post dai questa impressione) buttati in questa impresa, sarà forse una delle prove più dure che affronterai, ma in questo caso credo proprio di poter affermare che il gioco varrà la candela!!!!
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