Ok. Diciamocelo chiaramente: lo abbiamo maltrattato. Gli è stato detto di tutto: è gay, è un bastardo, non esiste, esiste ma non capisce niente, è cieco, è sordo, è invisibile, è un idiota in calzamaglia, è uno troppo precisino, eccessivamente bello da mettere quasi soggezione, quando lo aspetti non arriva mai o va dalla persona sbagliata, e così via. Insomma, non abbiamo avuto pietà, ci siamo accanite in modo sconvolgente contro di lui e ora ci stupiamo se questo benedetto Principe Azzurro se n’è andato? Ci saremmo dovute stupire se fosse rimasto. Il poveretto è caduto in una profonda depressione, è in analisi da tempo ormai, si vocifera che sia stato colto da crisi di identità.
Lui che non si è mai convertito al mondo multimediale, che mandava fiori al posto di messaggi su Whatsapp, che scriveva lettere d’amore invece di postare aforismi su Facebook, lui che credeva ancora nel valore di una serenata al posto di un link ad un video di Youtube. Ha preso il suo fedele destriero e si è ritirato al nord, senza lasciare recapiti di nessun tipo. Come dargli torto? O come dargli ragione? Negli ultimi decenni il mondo femminile è cambiato a tal punto che forse anche noi donne facciamo fatica ad ambientarci in tutte queste novità: alcune straordinarie, intendiamoci, ma altre a volte ci tornano indietro come dei boomerang. E l’assenza del Principe Azzurro è una di queste. E non riusciamo proprio ad adattarci al suo sostituto. Sì perché – forse non tutte ce ne siamo accorte – il posto non è rimasto vacante a lungo, un aitante sostituto è sopraggiunto al momento propizio, si è piazzato sul trono e sembra intenzionato a restarci. Si hanno sporadiche informazioni su di lui, non si sa nemmeno il suo nome, ma in giro si dice che sia il Principe Rosa (sarà il gemello dell’Azzurro?). Ora nessuna si faccia trarre in inganno dal colore dei suoi indumenti: lui ha un’identità maschile ben composta, solo che non ne è perfettamente consapevole. Gli hanno detto che c’era un posto libero e lui, dopo un breve colloquio, ci si è fiondato… figuriamoci, con la penuria di lavoro che c’è! Ma nessuno gli ha fatto affiancamento, non gli hanno dato nemmeno un manualetto da consultare nei momenti di emergenza. Il suo predecessore, poi, ha scribacchiato giusto qualche dritta su un pezzo di carta, ma roba poco rilevante, anzi, decisamente obsoleta. Diciamo che il Principe Rosa se la gioca molto sull’improvvisazione, ma la realtà è che spesso è sconvolto dalle donne: questi esseri così meravigliosamente complessi si muovono nel mondo ad una velocità supersonica, sono sicure di loro, fanno duecentocinquantacinquemila cose contemporaneamente e mentre le fanno ne pensano altre ottocentosessantaquattromila. Sono autonome, lavorano, vivono da sole, si tengono in gran forma, ridono, scherzano, partecipano attivamente a creare regole sociali, sono capacissime di imporsi e di opporsi e, ciliegina sulla torta, hanno coscienza della loro sessualità e la portano in giro per il mondo senza tabù. Il Principe Rosa cosa deve fare? Se le corteggia rischia di essere sbeffeggiato, se fa il macho viene insultato, se è bello è ritenuto un cretino, se è brutto ma simpatico diventa un amico. E se è normale? Ha sicuramente qualche tara nascosta. E lui se la fa sotto. Come prenderle? Non esiste più una regola, ogni donna ha bisogno di un trattamento personalizzato, non è mica come ai tempi del Principe Azzurro, quando bastava un mazzo di fiori, un paio di cene, qualche telefonata, il tutto condito con alcune frasi tirate fuori dal Manuale dell’uomo perfetto (Cap. 2 “Come conquistarla”) e la cosa era fatta. Oggi il corteggiamento è tutta un’altra cosa, va studiato, progettato, adattato alla donna che il Principe Rosa ha davanti. Ad ogni signora il suo Principe. Perché è così che siamo: distinte, uniche, non ci piace la generalizzazione, non amiamo gli stereotipi, detestiamo le frasi fatte. Ma lui ha paura di tutto questo, è disorientato, è solo, non può mostrare la sua vulnerabilità perché rischierebbe di compromettere la reputazione di tutto il genere maschile. Per ovviare alla scomoda situazione cosa fa? Non si espone, entra solo con la punta del piede nella vita di una donna, non si sbilancia, resta giusto il tempo di una “frequentazione” (che può avere un tempo variabile dai 3 giorni ai 6 anni), difficile che si lasci andare a qualcosa di più, perché quella dall’altra parte ha un cervello, sa tenergli testa, lo incuriosisce ma allo stesso tempo lo spiazza, impossibile stare al passo con lei. Tanto vale fuggire prima che il confronto diventi un campo di battaglia dove si rischia di perdere.
Ma il Principe Rosa non sa. Non sa che l’emancipazione non ha inaridito il cuore delle donne, ma lo ha allargato – se possibile – ancora di più. Non sa che per le donne l’amore non è un campo di battaglia, non è una sfida, non ci sono vincitori né vinti, ma è un’occasione per crescere. Che ci piace ancora il romanticismo, purché non sia scontato. Ci commuoviamo ancora davanti ai film d’amore, ma non possiamo farci vedere perché è rischioso mostrare la nostra vulnerabilità. Adoriamo i gesti gentili se sono spontanei. E soprattutto: anche noi abbiamo paura. Eh sì, molte di noi hanno paura, una fottutissima paura che affonda radici in storie assurde, in relazioni improbabili in cui si è creduto, in abbandoni, inganni, torti, disillusioni. Terrore di lasciarci andare, di donarci, di venire ingannate, usate, stropicciate e mortificate.
Quale è la soluzione? Impossibile saperlo. Forse basterebbe smettere tutti di avere paura, di nasconderci dietro futili scuse e lasciar fare ai sentimenti e agli eventi.
Perché io ci voglio credere che c’è davvero qualcosa di magico nel dormire abbracciati su un divano e stare così vicini da poter respirare uno i sogni dell’altro. Perché ho visto donne di varie età e tipologie in un bar della stazione abbandonarsi a cantare ad alta voce la canzone che andava in sottofondo, ed era una canzone che parlava dell’amore. Perché dietro alle possibili sofferenze, spesso si nascondono le più grandi opportunità. E rischiare ne vale sempre la pena.
E tu, Principe Rosa, non temere le donne, semplicemente cerca di esser chiaro. Smettila con l’ambiguità perché ci dà un tantino sui nervi. Non scappare a gambe levate appena una donna ti fa sbirciare nel suo cuore. Lasciaci essere noi stesse, fragili, complicate, incoerenti e divertenti, un po’ pazze, un po’ cialtrone, non attaccarci un’etichetta, non darci un ruolo prestabilito. Se ci guardi da vicino, ti accorgerai che non siamo così mostruose. Sappiamo dare, ma vogliamo anche ricevere. E poi, vestiti come vuoi, perché che tu sia Azzurro, Rosa, Verde o Giallo a noi non importa. Purché tu sia te stesso, senza trucchi e barbatrucchi.
E fammi un favore: invece di mandare messaggi su Whatsapp, falla una cavolo di telefonata!
Arianna
Devi accedere per postare un commento.