Un giorno una vecchietta entra per la prima volta nel negozio di un ottico per farsi misurare la vista. Qualche giorno dopo torna a ritirare i suoi occhiali, i suoi primi occhiali e quando li indossa comincia a guardarsi intorno come una bambina che scopre l’arcobaleno. Sorride, fa domande, osserva con attenzione gli oggetti, cammina per il negozio con aria sognante. L’ottico è soddisfatto del suo lavoro: la vecchina finalmente può andarsene in giro senza rischiare di inciampare in qualcosa, attraversare la strada senza pericolo, potrà vivere in modo normale insomma. Ma dopo un paio di giorni eccola tornare: quando la vede l’ottico si preoccupa perché teme che ci sia qualche problema. La gentile signora, appena entra, lo rassicura “Va tutto benissimo con gli occhiali. Non so come ringraziarla. Mi ha cambiato la vita”.
L’ottico non ha dubbi sul fatto che la vita della signora sia cambiata davvero: sin dal primo momento si era chiesto come avesse fatto fino ad allora a vivere con una miopia così forte. L’anziana signora ha un momento di imbarazzo, abbassa lo sguardo, poi prende coraggio e chiede: “Senta, ma posso portare gli occhiali anche di notte, quando dormo?”. L’ottico rimane un po’ perplesso e poi le chiede il perché di quella domanda e lei, arrossendo un pochino, risponde: “Per vedere bene anche i miei sogni”.
Questa è una storia vera.
Questa è la storia dei sogni miopi, dei sogni privati della loro essenza, dei loro colori, dei contorni nitidi che possono trasformarsi in un mondo tutto nostro in cui poterci rifugiare quando il mondo reale ci sta schiacciando o quando vogliamo mettere le ali alla nostra fantasia per provare a volare.
Ma i sogni non sono solo quelli che si fanno di notte, mentre si dorme. I sogni veri sono quelli che possiamo crescere e nutrire dentro di noi mentre siamo svegli, con gli occhi ben aperti, mentre siamo a lavoro, in macchina, mentre accendiamo la lavatrice, mentre mangiamo, leggiamo, parliamo, studiamo. E sono i sogni consci quelli più importanti, perché possono rappresentare il cambiamento, la crescita, la possibilità.
Siamo ancora in grado di sognare? Sentiamo ancora crescere dentro di noi il germoglio di qualcosa di inaspettato e improbabile, un progetto, un’ambizione, una relazione, una speranza?
Quanti limiti mettiamo a tutto ciò? Quanta disillusione ha foderato le pareti della nostra mente impedendole di liberarsi totalmente dai pregiudizi e dalle paure, dal giudizio degli altri, dalle richieste della società, dalle esigenze culturali, religiose e professionali?
Mi guardo intorno, mi guardo dentro e mi accorgo che i nostri sogni sono sfocati. Macchie indistinte che si muovono disordinatamente, senza un criterio. Stanno lì, ondeggiano pigramente, immutabili, indistinguibili, masse informi stinte dal tempo e dall’usura anche se nessuno li ha mai usati. Nascono spontaneamente perché è nella loro natura, ma poi vengono troncati, deturpati, o abbandonati e lasciati senza nutrimento.
I sogni costano cari, sono un privilegio, i sogni sono di chi se li può permettere: questo ci hanno insegnato. Ma non è così. I sogni sono di tutti, sono la rinascita, la rivincita, la forza propulsiva dei giovani, la delicata speranza degli anziani, la crescita dei bambini, l’evoluzione degli adulti. Sono la nostra essenza. Senza di essi, senza le peregrinazioni visionarie di scienziati, poeti, scrittori, medici, astronomi e filosofi l’umanità non avrebbe mai ricevuto i grandi doni che le sono stati fatti da altri esseri umani. Folli! Sì, folli, additati, esiliati, discriminati, emarginati, derisi ed umiliati. Straordinari folli che hanno saputo ascoltare i bisbigli dei loro sogni, che si sono fatti bruciare dalla fiamma della passione per ciò in cui credevano, per quello che volevano essere, dare, scoprire, creare.
Ci centrifugano il cervello e il cuore con la comunicazione di massa, con il terrorismo psicologico di indici economici di cui non capiamo molto, ci triturano le emozioni con le lame della superficialità della televisione, dei social network e delle riviste scandalistiche. Ci hanno impaurito a tal punto che non riusciamo più a credere che qualcosa di meraviglioso, di migliore, di possibile, di diverso possa ancora accadere. Ci hanno avvelenato silenziosamente così da togliere il colore dalla nostra anima, ci hanno distorto, piegato, stropicciato con paure e problemi tanto che non ci ricordiamo più come si fa a lasciarsi andare completamente ad una fantasia. Solo materia, solo realtà, solo concretezza. Solo squallore e tristezza. Solo banalità e vuoto.
Sognare è meravigliosamente rischioso perché ci fa vedere qualcosa di diverso, qualcosa di migliore, qualcosa che siamo noi a costruire con la nostra volontà, qualcosa di talmente bello da volerlo a tutti i costi e a quel punto lotteremo con tutte le forze per ottenerlo, ci crederemo a tal punto da sentirci vivi, di nuovo.
I sogni sono la nostra speranza, quella marcia in più che ci farà uscire dal bozzolo di terrore e ignoranza in cui ci hanno rinchiuso per poterci controllare meglio.
I sogni sono la possibilità, la risorsa, il cambiamento.
I sogni sono la visione limpida della nostra esistenza.
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